TikTok nel mirino della Commissione Europea.
Da ultimo la Presidente della Commissione Europea, Von der Leyen, ha accennato alla possibilità di un divieto generale di utilizzo dell’app, facendo riferimento ai timori sulla sicurezza e sulla privacy dei dati associati alla piattaforma.
Ricordiamo, infatti, che la Commissione europea è stata la prima istituzione al mondo a vietare TikTok sui dispositivi aziendali, riconoscendo i rischi connessi all’applicativo.
Scopriamo di più sui possibili provvedimenti contro TikTok.
Da ultimo la Presidente della Commissione Europea, Von der Leyen, ha accennato alla possibilità di un divieto generale di utilizzo dell’app, facendo riferimento ai timori sulla sicurezza e sulla privacy dei dati associati alla piattaforma.
Ricordiamo, infatti, che la Commissione europea è stata la prima istituzione al mondo a vietare TikTok sui dispositivi aziendali, riconoscendo i rischi connessi all’applicativo.
Scopriamo di più sui possibili provvedimenti contro TikTok.
TIKTOK E IL SUO POSSIBILE DIVIETO NELL’UE: COS’È TIK TOK
Negli ultimi anni abbiamo visto come video e immagini riescano a parlare un linguaggio universale, ce lo ha dimostrato Instagram al suo tempo e lo stanno facendo tutt’ora le diverse app che ad oggi spopolano fra le masse, proprio come TikTok.
I giovanissimi di oggi preferiscono far vedere piuttosto che scrivere e condividere frasi e/o citazioni come avviene su Facebook ed è da qui che si è arrivati alla rapida diffusione mondiale di questo nuovo social media che ha la meglio proprio tra i tredicenni.
TikTok è un luogo dove le persone creano contenuti creativi, in grado di intrattenere e dal quale nascono i cosiddetti “Creator” o Influencer.
Esistono molti modi di creare su TikTok: realizzare effetti, creare video (di diversa durata), duetti, Stitch, e trasmettere LIVE.
Il social ha avuto successo grazie alla semplicità, l’utilizzo degli hashtag, gli strumenti di editing video e l’AI per coinvolgere gli utenti.
Certamente a contribuire a questa fama è stato il lungo periodo della pandemia, che ci ha visti rinchiusi in casa ed in cerca di una qualsiasi valvola di sfogo, che è stata per l’appunto ritrovata in questa social app.
In generale i creatori di TikTok hanno da sempre dovuto fare i conti con i propri utenti che, come suddetto, sono per la gran parte minorenni.
Diverse sono state le problematiche sorte in vista dei dati trattati dall’app che come ben sappiamo è necessario vengano tutelati secondo quanto previsto dal nostro GDPR, quantomeno in Europa si intende.
Svariati sono stati gli interventi al fine di adattare l’applicativo alle nostre regole vigenti in tema di trattamento dei dati personali e ad oggi sembrerebbe esserci stata una maggiore attenzione per la sicurezza e la privacy della community.
I creator possono decidere chi può vedere i loro contenuti e interagirvi, potranno bloccare altri utenti e scegliere quali commenti tenere visibili sotto i loro contenuti.
Quanto alla sicurezza ed al benessere degli adolescenti, è senza dubbio necessario sempre un approccio multifattoriale.
La piattaforma ha implementato algoritmi per individuare contenuti inappropriati, ma affianca a questi migliaia di supervisori umani che hanno l’ultima parola su ciò che viene pubblicato.
È importante sottolineare che la piattaforma è destinata a un target di età compreso tra i 18 e i 25 anni, e che è necessario avere almeno 13 anni per iscriversi.
È stato evidenziato come l’uso inconsapevole di questa app da parte dei minori abbia portato a situazioni tragiche, irrimediabilmente tarde da gestire.
TIKTOK E IL SUO POSSIBILE DIVIETO NELL’UE: COSA PREVEDONO LE NORMATIVE UE
A partire dal 2 novembre 2022, TikTok ha iniziato a comunicare il cambio di policy nella data retention degli utenti europei, svizzeri e britannici in vista dell’entrata in vigore del Digital service act.
Ma fondamentalmente i dati degli utenti europei sono attualmente conservati negli Stati Uniti e a Singapore, sulla base di effettive necessità per lo svolgimento del proprio lavoro.
Per quanto dichiarato tale trattamento viene effettuato nel rispetto di una serie di solidi controlli di sicurezza e protocolli di approvazione e attraverso metodi riconosciuti dal GDPR, l’accesso remoto ai dati degli utenti TikTok viene concesso ad alcuni addetti che fanno parte dell’azienda e si trovano in Brasile, Canada, Cina e altri paesi.
I dati sono conservati su server considerati sicuri o, comunque, con standard di sicurezza che il social afferma essere GDPR compliant.
Le procedure di sicurezza prevedono crittografia e strumenti di difesa in termini di cybersecurity e i dati possono essere visti solo da pochi addetti “selezionati”, che sono comunque dislocati in ogni parte del mondo.
Passo importante dell’aggiornamento della policy dell’app riguarda la minimizzazione del flusso dei dati e delle persone che possono accedervi e questo perché, come ben sappiamo, minimizzazione e accountability sono le basi concettuali su cui è fondato il GDPR.
TIKTOK E IL SUO POSSIBILE DIVIETO NELL’UE: PERCHÉ DOVREBBE ESSERE VIETATO NELL’UE
La situazione di TikTok nell’UE rimane ad oggi ancora incerta, ma la possibilità di un divieto dimostra l’attenzione crescente sulla piattaforma e i suoi effetti sulla sicurezza e sulla privacy degli utenti.
Oltre all’indagine basata sul Digital Services Act (DSA, il nuovo regolamento europeo sui servizi digitali), TikTok è stato soggetto a diversi controlli normativi in Europa.
Le autorità di diversi paesi stanno da un po’ esaminando le pratiche di privacy di TikTok e la gestione dei dati degli utenti, con particolare preoccupazione riguardo alla possibilità che le informazioni degli utenti vengano condivise con il governo cinese.
Questo ha generato un dibattito più ampio sulla necessità di maggiore trasparenza e protezione dei dati.
Diversi governi europei, compresa la Commissione europea, hanno vietato l’uso di TikTok sui dispositivi aziendali dei propri funzionari per motivi di sicurezza.
Numerose organizzazioni, pubbliche e private, in tutto il mondo stanno adottando interventi simili riguardo a una vasta gamma di app.
Ognuna di esse, all’interno della propria struttura, stabilisce regole atte a proteggere i propri sistemi, servizi, dati e informazioni da ogni possibile rischio o minaccia, anche basandosi su sospetti o dubbi, specialmente se ritenuti proporzionati.
Ad esempio, chiedere ai dipendenti di non utilizzare TikTok sui dispositivi utilizzati per scopi lavorativi può essere considerato una misura proporzionata, considerando la sensibilità delle informazioni presenti sugli smartphone del personale.
Sebbene ogni dato personale sia di grande valore, è innegabile che vi sia una differenza significativa tra il rischio che un governo straniero possa accedere ai dati del personale di un altro governo e il rischio che possa accedere ai dati di un cittadino privato che utilizza lo smartphone solo per scopi personali.
Il fatto che la Commissione UE abbia giudicato imprudente consentire ai propri dipendenti l’uso di TikTok sugli smartphone utilizzati per scopi ufficiali non implica necessariamente che debba considerare altrettanto imprudente l’uso dell’app cinese da parte dei cittadini europei.
È infatti più probabile che il governo cinese abbia interesse ad accedere ai dati del governo di Bruxelles piuttosto che a quelli di un cittadino europeo comune.
Ad ogni modo, visto che ormai è stato lanciato un allarme, è necessario dissolvere l’incertezza che si è creata quanto più rapidamente possibile per comprendere se c’è ed è effettivamente elevato il rischio legato alla presenza di TikTok sui nostri smartphone, con il conseguente rischio che nostri dati e informazioni personali finiscano dove non dovrebbero.
Se le preoccupazioni della Commissione europea riguardano il trattamento dei dati personali da parte di TikTok, allora la questione dovrebbe essere affrontata e risolta dalle Autorità di protezione dei dati personali, in particolare dall’autorità irlandese.
Quest’ultima è l’autorità del paese in cui TikTok ha il suo stabilimento principale in Europa e, di conseguenza, è quella a cui la normativa europea affida, in prima battuta, il compito di condurre qualsiasi indagine sulla società cinese.
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