IL PORTAFOGLIO DIGITALE

Si pensa ormai da qualche anno all’idea di prevedere tessera sanitaria e patente a portata di smartphone tramite l’app IO.
Nelle ultime settimane si è dato, infatti, inizio ad una “sperimentazione” interna dell’IT Wallet, il portafoglio online istituito dal decreto-legge Pnrr quater (n. 19/2024) che darà vita alla futura identità unica digitale, la quale consentirà a ogni cittadino di poter accedere da una sola applicazione a tutti i documenti che lo riguardano.
Vediamo meglio come funzionerà e quali vantaggi determinerà.

IL PORTAFOGLIO DIGITALE: COME NASCE

A seguito del tormentato periodo pandemico che ci ha costretti, in un certo qual modo, a dover ricorrere alle app online per poter gestire molte delle nostre attività quotidiane, è stata generata l’app IO che consentiva di avere sempre a portata di mano il, ormai quasi dimenticato, Greenpass.

Da qui ha iniziato a prendere forma la app europea per l’identità digitale, ovverosia un Wallet, che rappresenta un portafoglio digitale, dove i cittadini potranno caricare i propri documenti personali, come carta di identità, patente, tessera sanitaria o titoli di studi, e condividerli, su richiesta, solo per lo stretto necessario.

Per esempio, chi va dal tabaccaio per comprare le sigarette, potrà dimostrare di essere maggiorenne senza tirare fuori la carta di identità, ma mostrando dall’app solo la data di nascita.

Questo piano dello European digital identity wallet (o anche Eudi Wallet) fa parte della riforma del regolamento Eidas, riguardante proprio l’identità elettronica comunitaria, che ha ottenuto il via libera del Parlamento europeo a fine febbraio.

La Commissione ha intenzione di lanciare il wallet nel 2025e già nel 2022 ha distribuito 37 milioni per la realizzazione di alcuni test e punta entro l’anno a lanciare i primi prototipi.

IL PORTAFOGLIO DIGITALE: PERCHÉ SERVE

I sistemi di identificazione digitale offerti oggi dai governi dell’UE hanno ancora diverse carenze significative, ad esempio tanto per cominciare questi non sono disponibili per l’intera popolazione, spesso sono limitati ai servizi pubblici online e non consentono un accesso senza soluzione di continuità a livello transfrontaliero.

Infatti, solo il 14% dei fornitori dei principali servizi pubblici in tutti gli Stati membri consente l’autenticazione transfrontaliera con un’e-ID, si veda il caso in cui si deve dimostrare l’identità di una persona su Internet senza bisogno di una password.

Il numero di autenticazioni transfrontaliere andate a buon fine ogni anno è molto ridotto, anche se in aumento.

Con questi portafogli i cittadini potranno dimostrare, in tutta l’UE, la propria identità quando si riterrà necessario per poter accedere a servizi online, condividere documenti digitali o anche semplicemente dimostrare un attributo personale specifico, come ad esempio l’età, senza rivelare le generalità complete o altri dati personali.

L’identità digitale dell’UE si rivela essere molto utile proprio perchè può essere utilizzata in molti casi diversi, come per:

  • usufruire di servizi pubblici, come richiedere un certificato di nascita o certificati medici oppure segnalare un cambio di indirizzo
  • aprire un conto in banca
  • presentare la dichiarazione dei redditi
  • iscriversi a un’università, nel proprio paese o in un altro Stato membro
  • conservare una ricetta medica utilizzabile ovunque in Europa
  • dimostrare la propria età
  • noleggiare un’automobile usando una patente di guida digitale
  • fare il check-in in albergo

IL PORTAFOGLIO DIGITALE: COME FUNZIONERÀ

L’identità digitale è ancora in lavorazione e sarà disponibile ai cittadini, ai residenti e alle imprese dell’UE che desiderano identificarsi o confermare determinate informazioni personali.

Può essere utilizzata per i servizi pubblici e privati sia online che offline in tutta l’UE.

Ogni cittadino e residente dell’UE potrà utilizzare un portafoglio digitale personale.

I manuali di istruzione della Commissione ci consentono già di prevedere alcuni meccanismi di funzionamento di questo Wallet. Uno dei temi più delicati riguarda proprio l’identificazione e l’autorizzazione all’uso dei dati.

La situazione prevede di base una comunicazione di prossimità tra i dispositivi.

Nel caso concreto, dunque, se un agente di polizia mi ferma e chiede di identificarmi, io posso mostrare il mio documento tramite l’App e attraverso protocolli di prossimità per far comunicare i nostri dispositivi, per esempio bluetooth, un qr-code o sistemi di near-field communication (nfc), dalla app consento la lettura dei dati a un altro dispositivo.

Il tutto avviene proprio come al tempo del green pass.

È previsto anche uno scenario in cui l’identificazione avvenga in automatico, per esempio mostrando un abbonamento dei mezzi pubblici al tornello della metropolitana.

Ovviamente è ancora tutto in fase di sperimentazione, ma ben presto ci ritroveremo, finalmente o forse no, liberi da ogni qualsivoglia onere di portare con sé le mille carte identificative, tra passaporto, codice fiscale, ecc.

Insomma, sembra sempre più prender piede una propensione verso un modo digitale.

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