Le startup, spesso caratterizzate da un alto potenziale di crescita ma con limitate risorse finanziarie, devono trovare modi innovativi per raccogliere capitali.
Oltre ai metodi tradizionali come venture capital e prestiti bancari, negli ultimi anni si sono affermati strumenti alternativi come il crowdfunding e le Initial Coin Offerings (ICO).
Questi strumenti offrono opportunità di finanziamento accessibili e flessibili, ma presentano anche rischi e sfide normative.
In questo articolo analizzeremo le caratteristiche di questi strumenti, le loro differenze, le motivazioni per sceglierne uno rispetto all'altro e il quadro normativo di riferimento.
Oltre ai metodi tradizionali come venture capital e prestiti bancari, negli ultimi anni si sono affermati strumenti alternativi come il crowdfunding e le Initial Coin Offerings (ICO).
Questi strumenti offrono opportunità di finanziamento accessibili e flessibili, ma presentano anche rischi e sfide normative.
In questo articolo analizzeremo le caratteristiche di questi strumenti, le loro differenze, le motivazioni per sceglierne uno rispetto all'altro e il quadro normativo di riferimento.
COME LE STARTUP POSSONO ACCEDERE AL CROWDFUNDING
Il crowdfunding è una modalità di finanziamento collettivo che sfrutta piattaforme online per mettere in contatto startup e investitori.
Le Due Macro-Categorie del Crowdfunding< sono:
- Crowdsponsoring: include crowdfunding basati su donazioni (solidarietà, cultura, mecenatismo, volontariato) e ricompense (monetarie e non). Rientra in questa tipologia il rewards crowdfunding, in cui privati finanziano un progetto o un’impresa in cambio di un bene o servizio
- Crowdinvesting: il finanziamento ha scopo di investimento con ritorno economico. Rientrano all’interno di questa tipologia di crowdfunding il
Le Initial Coin Offerings (ICO) rappresentano un metodo innovativo per raccogliere fondi tramite la creazione e la vendita di token digitali su blockchain.
I token digitali sono classificabili in:
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- Token di Classe 1 (senza controparte): assimilabili alle criptovalute, trasferibili via Blockchain senza diritti su soggetti terzi (es. Bitcoin, Litecoin)
- Token di Classe 2 (con diritti verso controparti): garantiscono diritti nei confronti dell’emittente o terzi
- Token di Classe 3 (diritti di comproprietà): attribuiscono diritti di governance o economici ai detentori
L’Initial Coin Offering (ICO) può essere assimilata a un’offerta pubblica di prodotti o servizi digitali.
La classificazione dei token aiuta a determinare la disciplina applicabile a queste operazioni e il tipo di diritti conferiti agli investitori.
Con la crescita della token economy, il crowdfunding e il crowdinvesting si stanno evolvendo per includere strumenti basati su Blockchain, rendendo la finanza alternativa sempre più integrata con la tecnologia digitale.
FINANZA ALTERNATIVA: DIFFERENZE TRA CROWDFUNDING E ICO
Sebbene entrambi i metodi siano strumenti di finanziamento alternativi, presentano significative differenze:
- Regolamentazione: il crowdfunding è soggetto a normative più strutturate, specialmente per quanto riguarda l’equity crowdfunding e il lending crowdfunding, mentre le ICO operano in un ambito normativo ancora in evoluzione, con regolamenti meno definiti in molti paesi
- Modalità di raccolta fondi: il crowdfunding avviene attraverso piattaforme che fungono da intermediari, mentre nelle ICO i fondi vengono raccolti direttamente dalla startup emittente tramite la vendita di token
- Coinvolgimento degli investitori: nel crowdfunding gli investitori possono ricevere ricompense, quote societarie o interessi, mentre nelle ICO acquistano token digitali che possono avere funzioni di pagamento, accesso a servizi o rappresentazione di asset
- Accessibilità agli investitori: il crowdfunding è generalmente più accessibile a investitori tradizionali, mentre le ICO attraggono maggiormente investitori esperti di blockchain e criptovalute
- Rischio e volatilità: il crowdfunding offre maggiori garanzie e tutele legali per gli investitori, mentre le ICO possono essere più rischiose a causa della volatilità dei token e della minore protezione normativa
FINANZA ALTERNATIVA: NORMATIVA
Normativa del Crowdfunding L’Unione Europea ha introdotto il Regolamento ECSP per uniformare le normative sul crowdfunding, garantendo protezione agli investitori e trasparenza per le startup. In Italia, la Consob regolamenta il settore e impone alle piattaforme requisiti stringenti per operare legalmente.
Equity Crowdfunding:
- Accessibile solo a startup innovative, PMI e società con requisiti specifici
- Gli investitori retail hanno limiti di investimento per ridurre il rischio
- Le piattaforme devono essere autorizzate e vigilate dalla Consob
Lending Crowdfunding:
- Soggetto alla vigilanza della Banca d’Italia
- Le piattaforme devono garantire trasparenza nelle operazioni e nella gestione dei prestiti.
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- Normative Antiriciclaggio (AML/KYC): Le piattaforme devono verificare l’identità degli investitori per prevenire il riciclaggio di denaro.
- In base alla classificazione dei Token:
- Token di pagamento: assimilabili a criptovalute, soggetti alle normative fiscali e antiriciclaggio
- Token di utilità: regolati in modo più flessibile, a seconda dell’uso
- Token di investimento: assimilabili a strumenti finanziari, rientrano nel quadro normativo MiFID II
- Regolamentazione Consob e Banca d’Italia:
- Se un’ICO coinvolge strumenti finanziari, deve rispettare le disposizioni del Testo Unico della Finanza (TUF)
- Gli exchange che quotano token devono conformarsi alle normative sui mercati regolamentati.
- Sandbox Regolatori: Alcuni paesi europei stanno sperimentando ambienti normativi controllati per testare nuovi modelli di ICO con supervisione governativa
Il crowdfunding e le ICO rappresentano due strumenti innovativi di finanziamento per le startup, ognuno con vantaggi e svantaggi specifici.
Il crowdfunding offre maggiore sicurezza e regolamentazione, mentre le ICO permettono di raccogliere fondi velocemente e su scala globale.
Tuttavia, le normative stanno evolvendo per garantire una maggiore protezione agli investitori.
La scelta tra i due dipende dagli obiettivi e dalla strategia della startup, tenendo conto sia delle opportunità che dei rischi di ciascun metodo.
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