PRIVACY, IL “TRACKING” COSTA A FACEBOOK 37,5 MILIONI DI DOLLARI

Dedichiamo questo articolo ad un’approfondita analisi che spazia dalla crescita del monitoraggio degli asset da parte delle imprese all’accordo di Meta sulla class action intentata dagli utenti USA contro la geolocalizzazione non autorizzata.

LA SPESA GLOBALE PER IL MONITORAGGIO DEGLI ASSET

Si è stimato che la spesa globale per il monitoraggio degli asset da parte delle imprese aumenterà da 16 miliardi di dollari nel 2022 a 45 miliardi di dollari nel 2027, con una crescita sostanziale del 184%.

 

Lo afferma un nuovo studio di Juniper Research: secondo cui “la gestione e la sicurezza delle risorse di alto valore sta assumendo un’importanza sempre più significativa per molti stakeholder e la domanda di tecnologie che forniscano il monitoraggio in tempo reale all’interno della catena di approvvigionamento è sempre più richiesta”.

 

Il tracciamento delle risorse in questo contesto si riferisce in particolare a sistemi che sfruttano la connettività wireless per monitorare da remoto le posizioni delle risorse, sulla base di dati in tempo reale con l’obiettivo di gestire meglio le condizioni delle risorse.

 

La ricerca citata precedentemente prevede che la crescente disponibilità e convenienza delle soluzioni di tracciabilità degli asset guiderà l’adozione di servizi: le soluzioni più ricercate, in particolare, saranno quelle in grado di dimostrare un ritorno sull’investimento riducendo al minimo il furto e la perdita di beni durante il transito.

 

L’aumento del monitoraggio degli asset esorta i fornitori di piattaforme di monitoraggio delle risorse a includere soluzioni di monitoraggio in tempo reale in grado di sfruttare più tecnologie, tra cui 4G, 5G e GPS.

 

Non è da escludere che possano sussistere e coesistere in astratto infiniti metaversi, ciascuno disciplinato e governato dalle proprie regole.

 

Il GPS, oggi ampiamente utilizzato, è una tecnologia conveniente, tuttavia, le funzionalità di rete complete di 4G e 5G devono essere implementate per monitorare le risorse con i valori più alti.

 

Il rapporto prevede che questa crescente dipendenza dal 5G presenterà opportunità significative per i fornitori di hardware nei prossimi 5 anni.

 

La crescente domanda di soluzioni “sempre connesse” per la catena di approvvigionamento stimolerà l’interesse per l’hardware di tracciamento delle risorse abilitato al 5G.

 

A loro volta, i fornitori di hardware della supply chain devono concentrare lo sviluppo su sensori che sfruttano la natura ad alta intensità di dati del 5G per fornire funzionalità come le notifiche anti-manomissione in tempo reale.

LA CLASS ACTION

37,5 milioni di dollari, è questa la cifra che Meta – casa madre di Facebook – ha patteggiato per risolvere la causa intentata nel 2018 dagli utenti americani per violazione della privacy.

 

In particolare, l’azienda è stata accusata di monitorare gli spostamenti degli utenti nonostante avessero disattivato i servizi di geolocalizzione.

 

L’azienda nega però di aver commesso illeciti.

 

L’accordo preliminare è stato depositato presso la corte federale di San Francisco.

 

La cifra che sborserà Facebook è destinata a risarcire 70 milioni di utenti.

 

Secondo la denuncia la società ha continuato a monitorare la posizione degli utenti attraverso gli indirizzi IP malgrado avessero disattivato il servizio, e l’ha utilizzata per l’invio di pubblicità mirata.

 

L’accordo di lunedì copre gli utenti che hanno utilizzato Facebook dal gennaio 2015.

FACEBOOK E I SERVIZI DI LOCALIZZAZIONE

Nel giugno 2018 l’amministratore delegato Mark Zuckerberg aveva dichiarato al Congresso degli Stati Uniti che la società utilizza i dati sulla posizione “per aiutare gli inserzionisti a raggiungere le persone in aree particolari“.

 

Ad esempio, chi aveva cenato in certi ristoranti poteva ricevere post di amici che avevano frequentato lo stesso locale o notifiche di attività commerciali simili nelle vicinanze.

 

Facebook ha avuto accesso e archiviato informazioni dettagliate sulla posizione dell’utente – si legge nel testo della denuncia – tramite i servizi di localizzazione dei propri dispositivi, anche quando non era stato dato l’assenso. Facebook ha utilizzato le informazioni sulla posizione degli utenti beneficiando in questo modo di ritorni di milioni di dollari derivati dall’aumento di inserzioni. Ma a scapito dei diritti alla privacy degli utenti”.

IL NOSTRO PUNTO DI VISTA

Possiamo affermare che anche il GPS deve rispettare la privacy degli utenti, questo è quello che il Garante ha affermato sin dalla progettazione di questa tecnologia.

 

Si sottolinea infine che l’attività di geolocalizzazione, ovvero l’attività di geolocalizzazione GPS, è a tutti gli effetti un trattamento dei dati personali (geolocalizzazione e legge sulla privacy), nel caso in cui la rilevazione dei dati dal dispositivo comporti la raccolta di informazioni sui singoli dipendenti (identificati o identificabili), sottoponendolo così a tutte le conseguenti disposizioni privacy, ovvero GPS e privacy.

 

In applicazione del regolamento europeo, l’Autorità ha imposto il rispetto del principio di minimizzazione dei dati e di privacy by design e by default.

 

In modo che il cliente abbia a disposizione un sistema in tutto adattabile alle proprie esigenze organizzative e di sicurezza.

 

In primo luogo, bisogna fornire agli utenti/utilizzatori l’informativa privacy ai sensi dell’art. 13 GDPR.

 

In secondo luogo, l’assenza o la non idoneità dell’informativa riguardo il trattamento dei dati personali porta il social media (o l’azienda che utilizza questa tecnologia) a esporsi al rischio di sanzioni più gravi previste dal GDPR ossia quelle che prevedono una multa fino a 20 milioni di euro, o una sanzione amministrativa fino al 4% del fatturato mondiale dell’impresa.

 

Infine, l’impresa che usa sistemi di tracciamento GPS deve analizzare l’impatto che questo mezzo ha sulla privacy dei propri collaboratori e presumere misure di sicurezza che ne tutelino i dati.

 

E tu cosa pensi a riguardo? Scrivilo nei commenti oppure, se hai necessità di ulteriori informazioni o di un aiuto per il rispetto della compliance al GDPR, scrivici all’indirizzo info@abinnovationconsulting.com.