IL CONTRATTO DI WORK FOR EQUITY: GUIDA COMPLETA PER STARTUP E PMI

Il contratto di Work for Equity è una forma innovativa di compenso che consente alle startup e alle PMI di remunerare collaboratori, consulenti, o professionisti esterni tramite l'assegnazione di quote societarie, anziché con pagamenti in denaro.
Questo strumento è particolarmente utile per le aziende in fase di startup o in fase di crescita, che potrebbero non avere la liquidità necessaria per pagare in contante, ma sono comunque in grado di offrire equity (partecipazioni societarie) come compenso.

IL CONTRATTO DI WORK FOR EQUITY: GUIDA COMPLETA PER STARTUP E PMI

Il Work for Equity è un modello di remunerazione innovativo e flessibile che consente alle startup e alle PMI innovative di superare una delle principali difficoltà che incontrano nelle fasi iniziali: la mancanza di liquidità.

Invece di pagare i collaboratori esterni, come consulenti, professionisti e fornitori di servizi, in denaro, le imprese possono assegnare loro quote societarie o strumenti finanziari partecipativi che danno diritto a una parte del capitale o degli utili dell’azienda.

Questo approccio permette alle startup di accedere a competenze altamente qualificate e a risorse strategiche senza dover ricorrere a finanziamenti esterni o utilizzare risorse cash limitate.

Il Work for Equity è stato introdotto in Italia dal Decreto Crescita 2.0 (D.L. 179/2012) per supportare le startup innovative che si trovano spesso in una fase di sviluppo iniziale, in cui i costi per pagare consulenti e professionisti qualificati sono elevati, ma la liquidità a disposizione è scarsa.

Successivamente, con il D.L. 3/2015, il concetto è stato esteso anche alle PMI innovative, rendendo questo strumento più accessibile anche alle piccole e medie imprese che vogliono innovare ma hanno difficoltà a finanziare consulenze di alto livello.

WORK FOR EQUITY: COME FUNZIONA?

Il funzionamento del Work for Equity si articola in una serie di passaggi operativi ben definiti.

In primo luogo, l’impresa stipula un contratto scritto con il collaboratore esterno, dove vengono definiti chiaramente i compiti e le prestazioni da svolgere, il valore economico di tali prestazioni e come questo verrà convertito in quote societarie o strumenti finanziari partecipativi.

A questo punto, l’impresa dovrà stabilire una perizia di stima, che deve essere redatta da un esperto (come un commercialista o revisore legale), per determinare il valore delle prestazioni e tradurlo in una quantità di quote o azioni.

Al termine dell’incarico e dopo una verifica dei risultati, se gli obiettivi concordati sono stati raggiunti, vengono assegnate le quote o le azioni pattuite al collaboratore.

Il principale vantaggio per le startup risiede nel fatto che, pur avendo bisogno di competenze specialistiche e consulenze professionali, non devono ricorrere a pagamenti in denaro, ma possono ricompensare i professionisti con una partecipazione societaria.

In questo modo, l’impresa riduce il proprio rischio di liquidità, mentre il collaboratore entra a far parte dell’azienda, con la possibilità di beneficiare del suo eventuale successo economico, attraverso l’aumento del valore delle quote o azioni ricevute.

Il Work for Equity offre vantaggi significativi, non solo per le startup ma anche per i collaboratori.

Per le imprese, il beneficio principale è la possibilità di risparmiare sui costi immediati, accedendo a competenze di alto livello senza dover pagare in contante.

In aggiunta, questo strumento contribuisce ad aumentare il coinvolgimento e la motivazione dei collaboratori, che diventano soci dell’impresa e sono quindi interessati al successo e alla crescita della società, dato che il valore delle loro quote crescerà con l’aumento del valore dell’impresa stessa.

Un altro vantaggio importante per le startup è che le prestazioni fornite dai collaboratori possono essere dedotte fiscalmente, contribuendo così a ridurre il carico fiscale dell’impresa.

Inoltre, l’emissione di strumenti partecipativi tramite Work for Equity può portare a un rafforzamento patrimoniale dell’impresa, poiché viene realizzato un aumento di capitale.

Per i collaboratori, il Work for Equity rappresenta una opportunità unica di partecipare al successo e alla crescita di un’impresa innovativa, senza dover fare un investimento iniziale in denaro.

In caso di successo dell’impresa, i collaboratori possono ottenere un guadagno significativo dal valore delle quote o azioni ricevute.

Inoltre, il trattamento fiscale sui benefici derivanti dalle azioni o quote ricevute è generalmente agevolato, non essendo immediatamente computato come reddito nel calcolo fiscale annuale.

WORK FOR EQUITY: I VANTAGGI

Il Work for Equity offre una serie di vantaggi significativi tanto per le startup e le PMI innovative, quanto per i collaboratori coinvolti, creando una relazione win-win che può contribuire al successo reciproco.

Per le startup, che spesso operano in una fase di sviluppo iniziale e hanno risorse finanziarie limitate, uno dei principali vantaggi è la possibilità di accedere a competenze professionali qualificate senza dover affrontare i tradizionali costi monetari, che in molti casi potrebbero essere difficili da sostenere.

Le prestazioni professionali, come consulenze strategiche, supporto tecnico, o assistenza legale, sono essenziali per lo sviluppo e la crescita dell’impresa, ma con il Work for Equity, le startup possono ottenere queste competenze pagando con quote societarie o strumenti finanziari partecipativi, anziché con denaro.

Questo sistema consente di conservare le risorse liquide per altre necessità aziendali, come investimenti in ricerca e sviluppo o marketing.

Inoltre, una startup che adotta il Work for Equity può beneficiare di una maggiore motivazione e coinvolgimento da parte dei collaboratori che, diventando soci, hanno un interesse diretto nel successo a lungo termine dell’impresa.

Non si tratta più di una collaborazione tradizionale basata su una retribuzione immediata, ma di una relazione in cui il valore delle quote societarie assegnate ai collaboratori cresce se l’impresa ha successo.

Questo li incentiva a dare il massimo per contribuire alla crescita dell’azienda, poiché il valore delle loro partecipazioni è direttamente legato al prosperare dell’impresa.

In altre parole, diventare socio comporta un impegno più forte, con il risultato di una fidelizzazione superiore, essendo il collaboratore ora investito personalmente nel futuro dell’impresa.

Un ulteriore vantaggio per le startup è la deducibilità fiscale: i costi legati al Work for Equity possono essere dedotti fiscalmente, contribuendo a ridurre il carico fiscale complessivo dell’impresa.

Inoltre, l’assegnazione di quote o azioni rappresenta un vero e proprio rafforzamento patrimoniale dell’azienda, con l’eventuale aumento di capitale che deriva dall’emissione di nuove azioni o strumenti finanziari partecipativi, migliorando la solidità finanziaria e la percezione dell’impresa sul mercato.

Per i collaboratori, il Work for Equity offre l’opportunità di entrare a far parte di un’impresa innovativa, con un potenziale guadagno non immediato, ma che potrebbe rivelarsi molto significativo nel lungo periodo, soprattutto se l’impresa cresce e ottiene un successo commerciale.

In questo caso, i collaboratori diventano soci e partecipano agli utili aziendali, non solo come consulenti o professionisti esterni.

Il guadagno per i collaboratori non si limita al valore del loro lavoro, ma include anche l’opportunità di guadagnare in conto capitale attraverso l’apprezzamento delle quote ricevute.

Questo modello rende il lavoro più stimolante, perché i collaboratori possono beneficiare direttamente del successo dell’impresa, tanto quanto i fondatori.

Un altro vantaggio per i collaboratori è rappresentato dal trattamento fiscale agevolato sulle quote o azioni ricevute.

In molti casi, questi strumenti partecipativi non sono considerati come reddito immediato, e il trattamento fiscale è favorevole rispetto a un compenso in denaro.

In pratica, i collaboratori non devono conteggiare immediatamente il valore delle quote o azioni ricevute nel loro reddito, evitando di pagare imposte elevate nel breve periodo.

Questo vantaggio fiscale rende il Work for Equity un’opzione interessante per professionisti e consulenti che desiderano partecipare alla crescita di una startup senza dover affrontare un’immediata pressione fiscale.

Infine, il Work for Equity offre anche un’importante opportunità di crescita professionale.

I collaboratori che partecipano a startup innovative in questo modo acquisiscono esperienza in contesti dinamici e in continua evoluzione, dove l’innovazione e la capacità di adattarsi velocemente sono essenziali.

Lavorare con una startup, infatti, consente ai professionisti di entrare in contatto con processi creativi e di problem-solving ad alto livello, acquisendo competenze pratiche in ambito imprenditoriale e operativo che possono arricchire il loro profilo professionale e aumentarne il valore nel mercato del lavoro.

WORK FOR EQUITY: REQUISITI E AMBITO DI APPLICAZIONE

Il Work for Equity è uno strumento che, sebbene offra numerosi vantaggi per le startup e le PMI innovative, è soggetto a una serie di requisiti normativi e operativi che ne disciplinano l’utilizzo.

Prima di adottarlo, è necessario che l’impresa sia qualificata come startup innovativa o PMI innovativa, una definizione che implica l’iscrizione nelle apposite sezioni del Registro Imprese.

Le startup e PMI innovative devono rispettare determinate caratteristiche, come l’impegno in attività di ricerca e sviluppo e l’adozione di un modello di business orientato all’innovazione, per essere ammesse a beneficiare delle agevolazioni fiscali legate al Work for Equity.

Un altro requisito fondamentale è che lo statuto societario dell’impresa preveda esplicitamente la possibilità di utilizzare gli strumenti partecipativi come metodo di remunerazione per i collaboratori.

Questo significa che le imprese devono inserire nella propria documentazione societaria una clausola che consenta loro di emettere quote societarie, azioni o strumenti finanziari partecipativi in cambio di prestazioni professionali, rendendo tale modalità una prassi ufficiale e riconosciuta.

Una volta che le condizioni legali sono soddisfatte, è necessario redigere un accordo scritto tra l’impresa e il collaboratore.

L’accordo deve specificare chiaramente la tipologia di opera o servizio che il collaboratore si impegna a fornire, nonché la valorizzazione economica di tali prestazioni.

La valorizzazione deve essere supportata da una perizia di stima redatta da un esperto qualificato, come un commercialista o un revisore legale.

Questa perizia è essenziale per determinare in modo oggettivo e trasparente l’importo economico delle prestazioni rese, che verrà successivamente convertito in quote societarie o strumenti finanziari partecipativi.

La valutazione deve essere accurata per evitare contestazioni future e per garantire che il valore attribuito alle prestazioni sia equo.

Per quanto riguarda i destinatari del Work for Equity, esso è rivolto esclusivamente a collaboratori esterni, che non devono essere legati da un rapporto di lavoro subordinato con l’impresa.

In altre parole, consulenti, professionisti, fornitori di servizi, amministratori e incubatori certificati sono i principali soggetti che possono beneficiare di questa modalità di remunerazione.

È importante sottolineare che i dipendenti e i collaboratori continuativi non sono ammessi a ricevere quote o azioni attraverso il Work for Equity, in quanto non rientrano nella categoria dei collaboratori esterni.

Questo accorgimento consente di mantenere il Work for Equity come strumento specifico per attrarre talenti esterni e incentivare l’impegno di professionisti che contribuiscono alla crescita dell’impresa in modo occasionale o progettuale.

Un altro elemento chiave dell’accordo di riguarda la da parte del collaboratore, nonché i tempi necessari per maturare il diritto all’assegnazione delle quote o degli strumenti finanziari partecipativi.

È fondamentale che l’accordo stabilisca con chiarezza i criteri di performance e le scadenze temporali, così da evitare malintesi e per garantire che la remunerazione sotto forma di equity sia legata al raggiungimento di obiettivi concreti e misurabili.

Questo contribuisce anche a definire in modo chiaro il momento in cui il collaboratore acquisirà effettivamente la partecipazione societaria, un aspetto cruciale per entrambe le parti coinvolte.

In sintesi, sebbene il Work for Equity offra numerosi vantaggi alle startup e ai collaboratori, il suo utilizzo è regolato da una serie di requisiti legali e operativi che devono essere rispettati per garantire la sua efficacia e correttezza.

Dall’iscrizione come startup innovativa, alla previsione esplicita dello statuto societario, fino alla redazione di un accordo scritto con la perizia di stima, ogni passaggio è fondamentale per la buona riuscita di questa modalità di remunerazione alternativa.

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